"A casa non s'arriva mai, ma dove confluiscono vie amiche, il mondo per un istante sembra casa nostra" (H.Hesse)

lunedì 9 ottobre 2017

Kanazawa, l’elegante


Salutare Kyoto dopo sei giorni di permanenza è davvero dura. Ma una nuova meta ci attende e alle 7 di mattina siamo già in fila su un binario della stazione centrale. Non sarà uno Shinkansen stavolta a portarci a destinazione, ma un altrettanto efficiente e bellissimo treno espresso Thunderbird 5: largo, spazioso, bagni splendenti con porte scorrevoli e distributori di bibite lungo i corridoi.
Le due ore di viaggio volano letteralmente e a metà mattina stiamo già passeggiando per Kanazawa.

La prima impressione di questa città, il cui nome, non a caso significa “palude dorata”, è di immediata piacevolezza, tanto da farmi pensare che sarebbe molto bello vivere lì’.

Davanti alla imponente stazione di acciaio e vetro ma dai tratti un po’ retrò,


 presidiata da un moderno torii in legno,

 si trova l’intricato capolinea della rete urbana di autobus, da cui parte anche un loop bus che, in 45 minuti compie di giro della città toccando i principali siti turistici.

Noi decidiamo di ignorarlo completamente, preferendo fare tutto a piedi, cartina alla mano, non prima ovviamente di aver lasciato armi e bagagli in albergo.
Ecco, l’albergo (My Stays Premier Kanazawa): aprirei una piccola parentesi sulla grande emozione che ci travolge, dopo una settimana di incastri e giochi a tetris nella stanzetta di Kyoto con letto a una piazza e mezza e spazio di deambulazione pari a zero, nel trovarci di fronte a una camera invece spaziosissima, 

ariosa, piena di luce che quasi ci crea smarrimento. 

Più o meno la stessa sensazione che ci pervade entrando nuovamente in un bagno di dimensioni umane.

I prezzi qua sono decisamente inferiori e paghiamo questa bellissima camera una ventina di euro in meno dello sgabuzzino di Kyoto…

Kanazawa sorge sul mare ed è circondata dalle alpi giapponesi. Si trova nella prefettura di Ishikawa ed è attraversata da due fiumi, lungo le cui rive sorgono antiche Case da Tè.
 È una città famosa per la presenza di uno dei parchi più belli del Giappone e poi per i vecchi quartieri delle geisha e dei samurai, oltre che di un Castello del XVII secolo. Ma l’impressione immediata è quella di una città già molto bella di per sé:

 rilassante, elegante, curata ed estremamente piacevole da girare a piedi.

Mentre camminiamo, 

oltre a cercare forsennatamente aree fumatori visto che anche qui vige il divieto di fumo in tutta la città, entriamo in qualche tempio e guardiamo con curiosità vari tipi di abitazioni.

 Lunghe, 

strette, 

complete di posto auto, anche se non sempre delle giuste dimensioni…

(ma per quello ci sono i parcheggi multipiano con ascensori per auto)

e poi, in alcuni casi, dotate di sedi per l’ultima dimora in comodi cimiteri adiacenti ai posti auto.
Cimiteri sotto i palazzi

Ci stupiamo, una volta di più, dell’immensità

 e della pulizia dei sottopassaggi 

che ci farebbero venire voglia di percorrere dal basso l’intera città.

La prima tappa è al Mercato di Omi-Cho, una versione più ridotta e meno caotica del mercato del pesce di Tsukiji a Tokyo.

 Ci divertiamo a osservare la vita locale 

e, considerando i prezzi della frutta,


 a valutare l’ipotesi di trasferirci qua, avviando un commercio di arance o cocomeri.

 La caratteristica della parte dedicata al pesce è, anche qui, quella di non avvertire alcun odore se non di pulito

 e di vedere i venditori di ogni banco vestiti con divise tutte uguali, qualche volta complete anche di cravatta.

Al piano superiore di questo mercato sorge un piccolo centro commerciale e soprattutto Sento, un ristorante di cucina cinese del Sichuan e di Hong Kong in cui favoleggiamo di andare praticamente da quando siamo partiti, in memoria del viaggio in Cina di qualche anno fa, ma purtroppo lo troviamo chiuso per entrambe le sere in cui soggiorniamo a Kanazawa.

Ci consoliamo visitando le bellezze della città, in particolare Nagamachi

piccolo quartiere stretto fra due canali, un tempo abitato dai Samurai 

e che conserva ancora, tra le altre, alcune abitazioni con muri di fango 

e poi Higashi-chaya-gai, "Quartiere Orientale delle Case da Tè",

 che sorge sulla sponda orientale del fiume Asano-gawa dove, rigorosamente scalzi,

 visitiamo l’abitazione di una gesiha 





ammirando anche tutta la sua collezione di pettini e forcine.

Il pomeriggio è interamente dedicato alla meraviglia del Kenroku-en,

 il cui nome letteralmente significa “sestuplice giardino”,
 in quanto pare risponda alle sei caratteristiche che dovrebbe possedere un giardino perfetto: posizione appartata,
 ampiezza, 
artificiosità (nel senso di essere una copia fedele della natura),

 antichità,

 abbondanza d’acqua

 e vasto panorama.

In effetti ci pare che le possieda tutte e tra l’altro, le forme e i colori della natura 

si fondono con quelli sgargianti degli abiti tradizionali 

dando vita a una affascinante tavolozza.

Dal parco, attraverso la porta Ishikawa-mon si accede direttamente al Kanazawa-jo, il “Castello dei mille tatami”

 di cui visitiamo però soltanto l’immenso parco,

 beandoci della presenza di un moderno samurai, che si lascia fotografare orgoglioso.

Il programma per il secondo giorno sarebbe quello di prendere un autobus e in un paio d’ore arrivare a Shirakawa-go, villaggio di montagna riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’ Unesco, caratteristico per le abitazioni rurali con il tipico tetto in paglia. All’ufficio della compagnia Nohi-Bus però ci dicono che i pullman sono già tutti prenotati e non ci sono posti disponibili per i prossimi 3 giorni, nonostante siamo in bassa stagione.
Ne approfittiamo per viverci ancora una giornata questa bella città 

dalla quale, effettivamente, vorremmo non andarcene più.


6 commenti:

  1. Grazie Cara, ho viaggiato con te in un mondo spettacolare.
    Buona settimana
    Manda

    RispondiElimina
  2. Grazie veramente tutto molto bello da andarci potendo. Mostravo a marito il sottopassaggio ed esempio pulitissimo e mi ha ricordato che nel nostro tempo fa, scusa, ci hanno ca***o sul cofano senza contare il resto di sporcizia sembriamo veramente dell'ultimo mondo....
    Grazie comunque un abbraccio e buona serata.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mamma mia. Assurdo.
      Grazie a te, edvige. Un bacione e buona settimana

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  3. Cimiteri sotto i palazzi? Oddio che impressione... ma si sa che si tratta sempre di differenze culturali, solo che per me è (ovviamente) inconcepibile ed impressionante.
    Insomma continuavo a leggere il post, bellissimo in ogni sua parte, ma sempre con 'sta fissa del cimitero...
    Cioè, ho capito bene vero? C'è pure la foto... mah...
    Un bacio (che invidia questo viaggio :) )!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Proprio così Tatiana! Cimiteri sotto i palazzi:inconcepibili e inquietanti! Tanti bacioni e grazie!

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